Nicola Barsotti, Diego Lanaro, Marco Chiera
PNEI e Osteopatia – Corso on-demand
Le basi teoriche per una clinica efficace
Come la PNEI aiuta nella gestione delle malattie croniche
Corso in modalità on-demand – Attestato incluso
Il prezzo originale era: €249,00.€186,75Il prezzo attuale è: €186,75.
+ IVA
NB: hai la possibilità di pagare anche in 3 rate mensili!
Una volta acquistato, potrai vedere il corso per sempre!
Acquistando il corso avrai in aggiunta ben 10 lezioni di approfondimento, da 1 ora l’una, che si sono tenute nel corso di tutto il 2022!
Durata: 15 ore + 10 ore extra di approfondimento
Moduli: 11
Lezioni: 27
Crediti ECM: Nessuno
Programma completo in pdf: scarica
Se hai partita IVA ordinaria, l'acquisto del corso è detraibile al 100% come spese di formazione secondo il D.D.L. 2233
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DESCRIZIONE DEL CORSO
Per comprendere i legami fra la dimensione meccanica dell’organismo e le risposte biochimiche cellulari, ampio spazio è dedicato alla meccano-biologia del sistema miofasciale. Inoltre, sono approfondite le vie neurofisiologiche sottostanti al tocco e agli effetti fisiologici che la letteratura scientifica ha evidenziato in questi ultimi anni, così come gli ultimi studi sul tema della propriocezione, dell’interocezione, della nocicezione e del dolore, fenomeni centrali per chiunque abbia a che fare con il corpo e con pazienti affetti soprattutto da malattie croniche.
Unire queste tematiche permette di definire un solido razionale scientifico di azione per le terapie manuali e, in particolare, dell’osteopatia e di meglio interpretare le prove della loro l’efficacia clinica sia in caso di problemi acuti sia in caso di malattie croniche. A tal fine, basandosi sulla letteratura scientifica, vengono forniti nuovi modelli di interpretazione della postura, della manipolazione, della mobilità craniale, della disfunzione somatica, della relazione tra struttura e funzione e di altri concetti centrali all’osteopatia e alle terapie manuali.
Scopo del corso è, quindi, permettere al discente di comprendere il ruolo che simili discipline possono svolgere nell’ambito sanitario, di avere le basi per nuovi approcci integrati alla prevenzione e alla terapia di varie patologie, soprattutto malattie croniche, e di ottenere le conoscenze per sviluppare nuovi rapporti di collaborazione professionale. Meglio conoscendo le potenzialità e i limiti delle terapie manuali, il discente potrà anche sensibilizzare più facilmente il paziente a diventare parte attiva del processo terapeutico.
In aggiunta al corso, sono incluse 10 lezioni extra aventi i seguenti temi:
- Continuità anatomica della fascia: classificazione dei piani dall’esterno all’interno del corpo
- Osteopatia, osso ed osteoporosi
- Quali aspetti valutare in caso di dolore per migliorare la sua gestione
- Odontoiatria ed osteopatia: sinergie per una terapia integrata
- Il drenaggio linfatico per la gestione dei pazienti con patologie autoimmuni
- Come modulare l’attivazione del SNA tramite la respirazione: l’uso dell’HRV
- L’importanza dell’embriologia biodinamica per comprendere la salute dell’organismo
- L’influenza dell’alimentazione sul sistema miofasciale
- L’effetto placebo/nocebo nella pratica corporea
- Meccanobiologia e metabolismo cellulare
REQUISITI PER PARTECIPARE
In particolare, il corso è aperto a tutti coloro che hanno provato dei momenti di scoraggiamento nella loro pratica, come se mancasse loro qualcosa, soprattutto in caso di malattie croniche.
Per quei terapeuti manuali che “le hanno provate tutte”.
Ti interessa invece un corso più generale che non riguardi nello specifico l’osteopatia, ma tutte le terapie corporee? Allora iscriviti a La PNEI e il Sistema Miofasciale
FINALITÀ ED OBIETTIVI
ELEMENTI DISTINTIVI
Il nostro scopo, infatti, è favorire il confronto diretto tra osteopata e medico, odontoiatra, fisioterapista, etc. e di dare la possibilità di creare una collaborazione vantaggiosa tra le varie figure professionali sviluppando un sistema di lavoro innovativo e differenziante.
All’interno del piano formativo, inoltre, vengono forniti nuovi modelli di interpretazione della postura, del dolore, della manipolazione, della mobilità craniale, della disfunzione somatica, della relazione tra struttura e funzione e molto altro ancora.
In questo modo sarà più facile sensibilizzare il paziente a diventare parte attiva del processo terapeutico, soprattutto in caso di malattie croniche.
Grazie alle potenzialità della piattaforma, sarà facile interagire con i docenti e creare gruppi di studio e di ricerca.
DOCENTI DEL CORSO
NICOLA BARSOTTI
Osteopata D.O. membro R.O.I., laurea magistrale in Scienze Riabilitative, Fisioterapista. Socio fondatore del C.M.O. Centro di Medicina Osteopatica di Firenze. Docente a contratto Master II livello Università dell’Aquila e Docente di anatomo-fisiologia del SNA e PNEI presso il C.I.O. Collegio Italiano di Osteopatia.
Coordinatore della Commissione Ricerca sulle Discipline Corporee della SIPNEI; Membro del Direttivo Nazionale della Sipnei, coordinatore C.O.M.E. Collaboration della Toscana, co-autore dei libri “La PNEI e il Sistema Miofasciale: la struttura che connette” e “La PNEI e le Discipline Corporee” e di svariate pubblicazioni scientifiche su discipline corporee e terapie manuali.
DIEGO LANARO
Osteopata D.O. membro R.O.I, Biologo Sanitario, Dottore di Ricerca (Ph.D.) in “Medicina Interna, autoimmunità e malattie dell’apparato digerente” presso l’Università degli Studi di Genova, docente Istituto Europeo per la Medicina Osteopatica e nella formazione post-laurea delle Università di Siena, Genova e Torino, Membro del Direttivo SIPNEI Liguria, della Commissione Ricerca Nazionale Discipline Corporee SIPNEI e del Direttivo della Fondazione di ricerca COME Collaboration Onlus, istruttore di Taiji Nei Dan School ASI-Coni. Autore dei libri “La PNEI e il Sistema Miofasciale: la struttura che connette”, “La PNEI e le Discipline Corporee”, “Elementi di ricerca in osteopatia e terapie manuali” e di svariate pubblicazioni scientifiche su discipline corporee e terapie manuali
MARCO CHIERA
APPROFONDIMENTI DAL BLOG
Non sfrutti l’interocezione nella terapia manuale? Allora stai lavorando solo a metà!
Al di là del mero toccare un corpo, le terapie manuali sono terapie articolate e complesse: se da un lato necessitano di una conoscenza dell’anatomia molto dettagliata – o almeno questo dovrebbe essere –, dall’altro lato coinvolgono una serie di tecniche specifiche che richiedono tempo per essere apprese e adeguatamente eseguite. Eppur tuttavia, a volte sembra che questa preparazione sia insufficiente: nonostante si abbia una perfetta conoscenza dell’anatomia, e quindi si abbia bene in mente come quella particolare zona del corpo dovrebbe essere in termini di texture tissutale, consistenza e movimento, e nonostante si eseguano alla perfezione le tecniche specifiche per risolvere il problema di quel paziente, i risultati non arrivano. Continua sul blog
Se il dolore non passa, sei sicuro che ti stai prendendo davvero cura dei tuoi pazienti?
Il dolore è un elemento cardine della nostra vita e delle risposte fisiologiche del nostro organismo: se non avvertissimo dolore, probabilmente non arriveremmo a 20 anni vivi, come testimoniato dalle persone che, per una rara anomalia congenita, non sviluppano la percezione di dolore. Benché fastidioso, il dolore è infatti uno dei modi con cui l’organismo ci protegge da danni fisici e non solo.
Quando però il dolore è estremamente acuto oppure inizia a cronicizzarsi e a impedire sempre più attività della vita quotidiana, da risposta di difesa utile ma fastidiosa si trasforma in un vero e proprio incubo. Continua sul blog
Nuove scoperte su drenaggio del sistema glinfatico
La ricerca sul sistema glinfatico, scoperto negli ultimi anni, è in continua evoluzione dato l’importanza clinica della sua funzione. Una recente pubblicazione ha messo in luce come tale sistema di drenaggio cerebrale non avviene all’interno dello spazio para-venoso delle vene cerebrali, come ipotizzato inizialmente, ma lungo le pareti delle arterie cerebrali. Non solo, sembra anche che il motore del drenaggio periarterioso intramurale (IPAD) non sia dato dalle pulsazioni arteriose dal cuore, come si è ritenuto in molti studi, ma dalle cellule muscolari lisce cerebrovascolari (VSMC), i cui cicli di contrazione e rilassamento generano vasomozione. Ne consegue che il drenaggio avviene in direzione opposta alle pulsazioni arteriose. Continua sul blog
Noradrenalina, adrenalina, estrogeni: gli effetti sulla fascia nella cronicità
L’eccesso di noradrenalina causa il rilascio di radicali liberi (ROS) che danneggiano il tessuto connettivo, e favorisce l’aumento della produzione di MMP12 (metalloproteinasi) che favorisce il rilascio tissutale di TGF-β1. In questo modo si attiva un binomio estremamente deleterio per la fascia: ROS e TGF-β1, insieme, inducono i fibroblasti a diventare miofibroblasti, cioè cellule dotate di filamenti di α-SMA capaci di rendere il tessuto connettivo contrattile. Va ricordato che tale meccanismo si aggiunge alla stessa stimolazione data della terminazioni nervose del sistema nervoso ortosimpatico. Continua sul blog
La relazione tra sistema immunitario e fascia nel paziente cronico
Partiamo da questa considerazione: la fascia è principale terreno di azione del sistema immunitario e l’infiammazione altera la MEC. In una flogosi cronica, l’IL-1, IL-6 e TNF-α rilasciate da fibroblasti, adipociti, mastociti, linfociti e/o cellule vascolari (tutte presenti nel tessuto connettivo) provocano un aumento di MEC e di MMP. Quali sono le conseguenze? Aperture della fascia successivamente riempite da fibre, fibrosi, anche estese, e sostituzione del tessuto epiteliale, muscolare o nervoso originario, con fibre connettivali. Continua sul blog
La relazione tra sistema immunitario e fascia in pazienti in fase acuta
Sotto stress, gli ormoni rilasciati dalle surrenali, insieme ai neurotrasmettitori liberati in uno stato di iper-ortosimpaticotonia, hanno come bersaglio le cellule del sistema immunitario. Vediamo adesso come queste cellule modificano la fascia in uno stato di infiammazione acuta. L’eccesso del cortisolo stimola l’iperattivazione del circuito immunitario Th2 (detto anche di tipo 2) e, nello specifico, alcune cellule dell’immunità naturale: i macrofagi, i mastociti ed i neutrofili. Vediamo, uno alla volta, come queste modificano la fascia. Continua sul blog
Cortisolo: gli effetti sulle ossa e sui muscoli in acuto e nella cronicità
In acuto il rilascio di cortisolo ha un ruolo protettivo: aiuta i muscoli e le ossa nel loro rimaneggiamento indotto da stimoli meccanici. Più specificamente, nei muscoli stimola la degradazione di proteine mentre nelle ossa attiva gli osteoclasti. Questo parziale degrado permette l’adattamento a nuovi stimoli, ricostruendo i muscoli e le ossa più forti di prima dopo ogni stress acuto. In una situazione di stress cronico, però, tali sofisticati e benefici sistemi regolatori si “starano”. Continua sul blog
PNEI e osteopatia: lo stesso paradigma nell’impostazione di una terapia integrata
Stiamo attraversando una fase di crisi generale dell’occidente, sia per ciò che riguarda i modelli culturali che scientifici. Questi ultimi, in particolare modo, si sono strutturati negli ultimi due secoli ed hanno trovato la propria sintesi paradigmatica a metà del secolo scorso. Non a caso il New England Journal of Medicine, in un articolo pubblicato nel 2012, sostiene che il sistema medico dominante ha portato a costi insostenibili, scarsità di risultati, frequenti errori medici, scarsa soddisfazione sia del medico che del paziente, soprattutto in caso di malattie croniche. Continua sul blog
Sai quali sono le cause e le terapie efficaci per la lombalgia cronica?
Le persone con lombalgia cronica spesso faticano a capire quale siano le cause di questa loro condizione, e più ancora faticano a trattarla. Se infatti da un lato esistono lombalgie con cause specifiche e potenzialmente anche gravi (es. tumori, infezioni recenti, fratture vertebrali), nella quasi totalità dei casi la lombalgia è “non specifica”, ossia non è identificabile un fattore causale alla base del dolore. Il motivo? Perché il dolore è un fenomeno percettivo complesso che, purtroppo, negli anni è stato indagato da un approccio meccanicista e riduzionista che ha mirato a definire un’alterazione della struttura anatomica come “la” causa del dolore. Continua sul blog