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Vincenzo Lopriore

La cardiologia riabilitativa e preventiva nella gestione del paziente cardiopatico

Negli ultimi anni, c’è stata una crescente attenzione nei confronti del trattamento interventistico delle sindromi coronariche acute (SCA), aspetto che ha favorito un netto beneficio in termini di prognosi dei pazienti colpiti da IMA e SCA; al contrario, invece, l’attenzione nei confronti delle immediate fasi post-SCA non ha seguito la stessa evoluzione.

Differenti studi hanno dimostrato come la non aderenza da parte del paziente alle raccomandazioni da seguire nella fase che successiva ad un evento cardiovascolare, lo espongano ad un rischio maggiore di svilupparne un secondo

Per tale motivo, indirizzare il paziente verso i protocolli della cardiologia riabilitativa e preventiva, già al momento della dimissione dal reparto, diventa un obiettivo primario.

Il motivo è facilmente intuibile: lo scopo della cardiologia riabilitativa dev’essere mettere in pratica una serie di differenti interventi che garantiscano una continuità nella gestione clinica del paziente così da non “abbandonarlo” nelle fasi che seguono un evento patologico così importante.

Questi interventi sono principalmente rappresentati da:

  • Ottimizzazione terapeutica: il paziente che lascia il reparto dopo un lungo ricovero porta con sé al domicilio tanti farmaci quanti dubbi ad essi collegati; avere la possibilità di seguirlo successivamente consente di gestire la terapia farmacologica e di scegliere i dosaggi più adeguati e specifici per quel paziente (che, talvolta, potrebbe significare anche ridurre e non incrementare).
  • Valutazione dei rischi e delle comorbidità: monitorare gli altri aspetti della patologia del paziente, che, in maniera indipendente, potrebbero evolvere e peggiorare, cercando in questo modo di garantire una gestione a 360°.
  • Attività fisica ed alimentazione: ogni paziente cardiopatico, sebbene con programmi ed intensità differenti, può sicuramente giovarsi dell’attività fisica, in grado di garantire un miglioramento della sintomatologia e della capacità di svolgere le principali attività quotidiane.
  • Follow-up: seguire il paziente nel corso del tempo, offrendo un supporto anche di natura psicologica.

Lo studio GOSPEL, ad esempio, che ha dimostrato come un intervento riabilitativa multifattoriale consenta di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari e, nel dettaglio, riduce le recidive di infarto del miocardio.

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(Fonte immagine: dominio pubblico)