Accademia MIBES: Medicina Integrata, Benessere e Salute

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Andrea Corti, Nicola Barsotti

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I principi da utilizzare nel trattamento osteopatico delle malocclusioni e dei disordini temporomandibolari

L’approccio osteopatico alle malocclusioni e ai disordini temporomandibolari è stato per decenni incentrato sul modello biomeccanico al punto da ritenere che eventuali asimmetrie di strutture corporee o cranio-facciali fossero la causa di disturbi posturali o dell’articolazione temporo-mandibolare.

Di conseguenza si è sviluppato un approccio basato su tecniche manuali di risoluzione della asimmetria morfologica e posturale: un trattamento spesso passivo che non prevede coinvolgimenti cognitivi, propriocettivi e interocettivi della persona. Per trattare in maniera efficace e con successo le malocclusioni serve invece un approccio di più ampio respiro e integrato.

L’approccio osteopatico che proponiamo, attraverso la struttura somatica dell’apparato stomatognatico, agisce invece su 5 elementi:

  • Postura e movimento
  • Circolazione ematica e linfatica
  • Sistema metabolico-immunitario
  • Sistema neuro-vegetativo orto/parasimpatico
  • Adattamento comportamentale (igiene di vita)

Compito dell’operatore è fornire le informazioni al sistema per recuperare la capacità di adattamento a stressor esterni ed interni.

Quali sono quindi i bersagli del trattamento osteopatico delle malocclusioni e dei disordini temporomandibolari?

La salute dell’apparato stomatognatico si rispetta tenendo conto i 5 elementi visti in precedenza (e operando su 5 componenti):

  • la base cranica durante lo sviluppo nella prima infanzia.
  • la respirazione nasale, essenziale per un corretto sviluppo delle ossa mascellari.
  • la masticazione: per essere efficace, efficiente e non traumatica deve essere bilaterale e simmetrica nei movimenti funzionali. Per questo è necessaria l’integrità anatomica e funzionale delle componenti osteo-mio-articolari della bocca.
  • la deglutizione: la componente miofasciale della lingua, connessa alla componente viscerale e cervicale può condizionare la forma delle arcate.
  • la postura cranio-cervicale: se non ben equilibrata, per motivi esterni al cavo orale, può condizionare i movimenti di deglutizione, respirazione, masticazione.
  • il Sistema Nervoso Autonomo: uno squilibro nel rapporto orto/para mette il sistema in condizione di scarsa adattabilità all’ambiente, con conseguenze a livello di attività muscolare (bruxismo, serramento), attività infiammatoria (parodontite), immunitaria (carie, stomatiti).

Nell’analisi delle malocclusioni dei nostri pazienti dobbiamo tenere sotto controllo tutte queste componenti.

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(Fonte immagine: American Osteopathtic Association (2011), Foundations of Osteopathic Medicine, Third Ed.)