Accademia MIBES: Medicina Integrata, Benessere e Salute

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Marco Chiera

I migliori medici sono coloro che leggono di più in merito ai propri pazienti
Questo concetto, espresso nel capitolo 27 del libro di semeiotica e diagnostica differenziale Sapira’s Art and Science of Bedside Diagnosis, è uno di quelli che più mi è rimasto impresso dalla mia formazione. Sia perché lo ritengo vero sia perché è un concetto che induce ad una precisa azione: un buon medico, o più in generale, un buon professionista sanitario o della salute deve leggere in merito ai suoi pazienti per essere tale.

Ma cosa si intende per leggere dei propri pazienti? Semplicemente informarsi?

Se fosse così, ogni buon professionista già si informa dei suoi pazienti tramite una buona anamnesi della loro storia, della sintomatologia e dei fattori di rischio. Senza una simile raccolta di informazioni, una corretta diagnosi sarebbe infatti impossibile, così come il poter attuare una terapia veramente efficace.

No, con leggere si intende altro, in quanto l’anamnesi è solo un lato della medaglia. Infatti:

  • siamo sicuri che stiamo raccogliendo le informazioni giuste in merito al nostro paziente?
  • siamo sicuri che la terapia che stiamo proponendo sia adatta al nostro paziente
  • siamo sicuri della risposta (prognosi) che il nostro paziente avrà a fronte della terapia?
  • siamo sicuri che ci stiamo ponendo nel modo giusto nei confronti del nostro paziente (es. stiamo presentando le informazioni nel modo corretto, etc.)?

Queste sono solo alcune delle domande che dovremmo farci ogni volta che svolgiamo la nostra professione di cura o di aiuto.
Il problema è che le informazioni raccolte dai pazienti, il parere dei colleghi o la nostra esperienza sono inutili per rispondere a queste domande.
O meglio: possono arrivare fino ad un certo punto, che non è detto sia però adeguato per il nostro paziente. Vuoi perché non sempre possiamo cogliere queste informazioni dal paziente, vuoi perché magari né noi né i nostri colleghi abbiamo mai incontrato un paziente simile.

Al di là della sua unicità in quanto individuo, ogni nostro paziente ha delle caratteristiche ben precise (fra cui sesso, età, etnia, livello culturale, impiego, luogo di abitazione, stato civile) che lo rendono atto a rispondere in un modo oppure in un altro a fronte di una terapia. Così come lo espongono a determinati fattori di rischio rispetto ad altri.

Tutti questi aspetti sono da considerare se vogliamo davvero prenderci cura del nostro paziente in quanto, ad esempio, non è detto che un esame vada interpretato allo stesso modo fra un uomo e una donna, oppure che una terapia sia egualmente utile prima o dopo che una patologia si è verificata.

E dove possiamo trovarli?

Nei libri? Beh, i libri sono sicuramente una fonte inesauribile di conoscenza, ma spesso risultano datati, soprattutto se pensiamo alla velocità con cui procede la scienza, e privi dell’argomento di nostro interesse, com’è stato con una novità quale il Covid-19, se non di difficile consultazione.

Il luogo dove dobbiamo leggere, e informarci, è la letteratura scientifica, ovvero i database che vengono quotidianamente aggiornati con le ricerche cliniche che migliaia di nostri colleghi svolgono in giro per il mondo al fine di migliorare sempre più il sistema sanitario in tutte le sue forme.

Grazie a questi studi, possiamo trovare informazioni più precise in relazione alle caratteristiche del nostro paziente, e quindi possiamo adeguare il nostro intervento, che sia di diagnosi o di terapia, ottenendo risultati migliori.

“Ma serve tempo per cercare queste informazioni!”, dirai. Vero, ma in realtà, una volta presa confidenza col sistema, i tempi si riducono drasticamente, e abbiamo il vantaggio di rimanere aggiornati su un particolare tema per futuri pazienti.

Se ti interessa approfondire come effettuare la ricerca bibliografica su PubMed, il motore di ricerca del database del National Institute of Health americano, acquista il corso L’abc per cercare e valutare la letteratura scientifica, e troverai anche utili consigli per valutare criticamente le ricerche che troverai per comprendere se hanno davvero un impatto clinico.

(Fonte immagine: Photo by National Cancer Institute on Unsplash)

Bibliografia

  • Orient (2009), Sapira’s Art and Science of Bedside Diagnosis, Philadelphia, Lippincott Williams & Wilkins.