Accademia MIBES: Medicina Integrata, Benessere e Salute

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Emanuela Ferrari

L’intestino è un organo psico-neuro-endocrino-immunitario (PNEI) collegato al primo cervello attraverso diverse vie di comunicazione. Lungo il tratto gastrointestinale ci sono circa 200-600 milioni di cellule nervose (si parla di sistema nervoso enterico, SNE) che ricevono e inviano i segnali dall’intestino al sistema nervoso centrale attraverso una comunicazione bidirezionale. L’apparato gastro-intestinale è anche la più grande ghiandola endocrina dell’organismo in grado di secernere ormoni che hanno funzioni digestive, metaboliche e esercitano effetti anche sul comportamento e sulle emozioni.

Tutti, nel quotidiano, abbiamo sperimentato la centralità del sistema gastroenterico in relazione agli eventi della vita: situazioni particolarmente stressanti possono agire a vario livello sulla funzionalità intestinale, pensiamo ad esempio cosa può accadere prima di sostenere una prova (un esame ad esempio) che ci impegna particolarmente. In queste occasioni si può manifestare inappetenza, peristalsi accelerata, crampi addominali a seconda della persona. Abbiamo sperimentato inoltre come cambia il nostro stato dell’umore quando non abbiamo un buon funzionamento dell’apparato digerente in termini di digestione, regolarità intestinale, etc. Insomma, che le nostre emozioni passino anche per la pancia è un dato che tutti abbiamo sperimentato.

Il secondo cervello possiede anche un sistema immunitario notevole e questo ci fa capire quanto sia importante lavorare sull’intestino in relazione a qualsiasi tipo di malattia, anche nella malattia psichica. La similitudine tra primo cervello e secondo cervello va oltre una semplice descrizione anatomica. Il SNE produce neurotrasmettitori del tutto simili a quelli che troviamo nel cervello (ad esempio serotonina, dopamina). Il 95% della serotonina totale si trova proprio nel SNE. Il “secondo cervello” è reso ancora più articolato per la presenza del microbiota intestinale tanto che ormai l’asse intestino-cervello viene ri-definito “asse microbiota-intestino-cervello”.

Per microbiota intestinale si intende l’insieme dei microbi (batteri, virus, lieviti, muffe, funghi) presenti nel nostro apparato digerente. Sono presenti dalla bocca all’ano in quantità crescente man mano che ci avviciniamo al grande intestino (colon). L’equilibrio microbico determina uno stato di eubiosi, mentre, quando è presente una disbiosi vuol dire che le varie classi microbiche sono in disequilibrio e i sintomi riportati dal/dalla paziente possono essere sia gastro-intestinali (cattiva digestione, dispepsia, gonfiore, reflusso gastro-esofageo, crampi addominali, gonfiore, etc.) che extra-intestinali coinvolgendo anche molto la sfera dell’umore.

Nella prima parte del mio intervento dal titolo “La nutrizione” racconterò le connessioni tra il primo e il secondo cervello. Nella seconda parte, invece, mi concentrerò sui tipi di disbiosi presentando qualche caso clinico. Le recenti scoperte sulla relazione mente-intestino aprono le porte ad importanti applicazioni in campo terapeutico con metodi non invasivi dove, all’interno di un approccio integrato, potrebbe essere davvero utile includere una dieta personalizzata anche nel trattamento dei disturbi dell’umore come depressione e ansia.

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(Fonte immagine: Oriach et al. (2016), Food for thought: The role of nutrition in the microbiota-gut–brain axis, Clin Nutr Exp, 6:25-38.)