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Flavia Pizzicarola

Logopedia in pillole – Il Disturbo primario del Linguaggio: Riconoscerlo e intervenire

“Non riesco a capire mio figlio quando parla. Che cosa posso fare?”.

“Le maestre e gli amichetti a scuola non riescono a capirlo, lui piange e si isola.”

“Mio figlio non pronuncia bene alcuni suoni, come lo aiuto?”.

Queste sono solo alcune delle domande più frequenti che un logopedista riceve ogni giorno nella pratica clinica. In realtà, ciò che il nostro orecchio avverte, ovvero la distorta produzione del bambino, molto spesso è solamente l’espressione tangibile di molte più cause che possono portare ad un linguaggio inintelligibile.

Come riconoscere una difficoltà linguistica?

I disturbi primari di linguaggio sono caratterizzati da una ritardata comparsa di parole singole, suoni linguistici prodotti in modo alterato, assenza di combinazione tra parole, difficoltà nella strutturazione della frase.
Nella fascia d’età tra i 18 e i 30 mesi, occorre anche notare l’eventuale presenza di difficoltà nella comprensione dell’interlocutore e l’assenza dei gesti comunicativi deittici e referenziali, fondamentali per la successiva comparsa dell’espressività orale.

Un altro campanello d’allarme da osservare, nella fascia d’età dai 24 mesi in poi è la presenza di un vocabolario inferiore alle 50 parole con scarsa o assente interazione tra le etichette lessicali, spesso indicativo di una ritardata o difficoltosa acquisizione del linguaggio.

Come si diagnosticano i Disturbi Primari del Linguaggio?

Partiamo col dire che, a volte, alla base di una difficoltà di linguaggio, possiamo trovare condizioni differenti, come ad esempio una sordità profonda o trasmissiva causata ad esempio da otiti ricorrenti, un ritardo cognitivo non diagnosticato, una sindrome, disturbo dello spettro autistico, un frenulo linguale troppo corto con una lingua ancorata al pavimento orale, e molto altro.

Per questo motivo, è importante richiedere una valutazione al Neuropsichiatra Infantile, specialista che si occupa dei disturbi del neurosviluppo e che, tramite una accurata analisi differenziale, saprà poi indirizzarci verso una diagnosi.
Ai bambini che si presentano nei nostri studi, consigliamo infatti, prima di intraprendere un trattamento logopedico, di effettuare, se non è stato già fatto, una visita NPI, otorino laringoiatrica e un esame impedenziometrico, proprio per escludere altre tipologie di cause nel quadro clinico.
Può capitare che il bambino presenti solamente una fragilità dal punto di vista linguistico (avere un vocabolario ristretto, utilizzare suoni errati nella produzione linguistica, invertire lettere e sillabe), anche se i disturbi cosiddetti “puri” sono piuttosto rari.

Come intervenire sui Disturbi Primari del Linguaggio?

In presenza di un disturbo primario di linguaggio l’intervento d’elezione è quello logopedico.
Essendo il disturbo di linguaggio “primario”, bisogna tener conto di altri possibili disturbi che potrebbero presentarsi in comorbidità con lo stesso, da valutare successivamente e inserire all’interno del trattamento per una presa in carico globale del bambino.

Nella maggior parte dei casi, i disturbi del linguaggio tendono a risolversi nel tempo, anche se alcune difficoltà potrebbero presentarsi anche in età adulta relativamente alla sfera sintattica o semantica a differenza di quella fonologica ormai adeguata.
Nei casi in cui questa risoluzione spontanea non avvenisse, è importante iniziare tempestivamente, un intervento logopedico, soprattutto se il bambino è in età prescolare.

Se ti interessa approfondire la valutazione e il trattamento dei disturbi del linguaggio per aiutare i nostri bambini ad avere un buon neurosviluppo e qualità di vita individuale e sociale, partecipa al webinar Disturbo di linguaggio e disordine fonologico: Osservazione, valutazione, trattamento, che si terrà domenica 17 dicembre 2023.

Cogli l’occasione e riserva il tuo posto!

(Fonte immagine: docente)

Bibliografia

  • Bortolini (1995), I disordini fonologici, in: Sabbadini, Manuale di neuropsicologia dell’età evolutiva, Zanichelli, Bologna.
  • Pinton et al. (2014), I disordini fonetico-fonologici, in: Marotta & Caselli (Eds.), I disturbi del linguaggio. Caratteristiche, valutazione, trattamento, Erickson, Trento.
  • Rapin & Allen (1998), The semantic-pragmatic deficit disorder: classification issues, Int J Lang Commun Disord, 33(1):82-87.
  • Sabbadini (2013), Disturbi specifici del linguaggio, disprassie e funzioni esecutive, Springer-Verlag, Milano.