Accademia MIBES: Medicina Integrata, Benessere e Salute

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Alessandro Bianchi

Nata con W. Reich alla fine degli anni ’20 in seno alla psicoanalisi, la psicoterapia corporea rompe il classico tabù della distanza tra terapeuta e paziente, inserendo pienamente il corpo nella relazione terapeutica. Le evidenze scientifiche attuali sulla comunicazione bidirezionale psicobiologica e il paradigma PNEI della complessità consentono oggi una rivalutazione e un aggiornamento dei suoi principali assunti teorici:

  1. Il concetto classico di identità funzionale psiche-soma, secondo il quale “Gli atteggiamenti muscolari e caratteriali nell’ingranaggio psichico hanno la stessa funzione; possono influenzarsi reciprocamente e sostituirsi vicendevolmente, in fondo sono inseparabili e nella loro funzione sono identici” (Reich 1927) non è più frutto di una evidenza empirica, ma scientificamente fondato.
  2. Il rifiuto della biologizzazione della distruttività (l’istinto di morte del 2° Freud) di cui non si ha alcune evidenza, apre a una visione sociale dell’eziopatogenesi, dove Natura e cultura debbono essere viste come un sistema. È dalle loro interrelazioni che discendono i fenomeni complessi che caratterizzano la vita umana.
  3. L’utilizzo di tecniche corporee nella relazione terapeutica risponde a una necessità ricostruttiva del Sé per aumentare l’efficacia del trattamento.

Nell’area composita della tradizione corporea, che ha costellato la storia del secondo novecento, si inserisce come movimento e si emancipa come teoria la Psicologia e Psicoterapia funzionale.Sviluppata dagli anni ’70 dal lavoro di Luciano Rispoli (principale autore della bibliografia), Barbara Andriello e Paola Bovo, nel cogliere il salto epistemologico in corso propone una visione del Sé come una organizzazione complessa e circolare di processi cognitivi, emozionali, sensomotori e biologi, denominati funzioni.

Se, come reso evidente dalle conoscenze attuali, e oramai trasversale patrimonio comune, le esperienze dei primi anni di vita lasciano tracce determinanti e durature nell’organizzazione e funzionamento complesso dei network psicobiologici, diviene essenziale comprendere:

  1. Quali sono le esperienze fondamentali che dalla relazione di accudimento divengono discriminanti per lo sviluppo in salute e malattia.
  2. In che modo le alterazioni di tali esperienze si fissino in network psicobiologici complessi.
  3. Come sia possibile intervenirvi con tecniche psicocorporee nella relazione terapeutica.

La clinica sempre più si salda con la prevenzione primaria e la salutogenesi e apre all’integrazione con le discipline adiacenti.

Se ti interessa approfondire la natura della psicoterapia corporea e di altri orientamenti psicoterapeutici, acquista il corso La PNEI e le Tradizioni Psicologiche, diretto a tutti coloro che si interessano di medicina integrata e, in particolare, agli operatori della psiche che vogliono trovare un campo comune su cui confrontarsi.

(Fonte immagine: Alessandro Bianchi)

Bibliografia

  • Bianchi (2018), La grammatica corporea della psicoterapia. In: Barsotti et al. (eds.), La PNEI e le discipline corporee, Milano, Edra.
  • Reich (1927), La funzione dell’orgasmo, Milano, Sugarco.
  • Rispoli (1993), Psicologia funzionale del Sé, Roma, Astrolabio.