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Nicola Barsotti, Diego Lanaro, Marco Chiera

Partiamo da questa considerazione: la fascia è principale terreno di azione del sistema immunitario e l’infiammazione altera la matrice extracellulare (MEC).

Breve nota introduttiva: la fascia è quel tessuto connettivo che, sotto la pelle, si occupa di unire, racchiudere e separare muscoli, organi, vasi sanguigni e vie nervose. Si può parlare di specifiche fasce, ossia i singoli strati, fogli o strutture di tessuto connettivo, oppure di sistema fasciale per riferirsi a tutto il network di tessuti connettivi che sorregge il corpo permettendone il movimento. Il tessuto connettivo fasciale può poi essere considerato l’ambiente in cui le cellule vivono, ambiente che ne influenza la funzione e la salute e di cui la matrice extracellulare è la componente principale.

In una flogosi cronica, le citochine infiammatorie IL-1, IL-6 e TNF-α rilasciate da fibroblasti, adipociti, mastociti, linfociti e/o cellule vascolari (tutte presenti nel tessuto connettivo) provocano un aumento della produzione della MEC e delle metalloproteinasi (MMP), ossia enzimi in grado di scindere il collagene. Quali sono le conseguenze? Aperture della fascia successivamente riempite da fibre, fibrosi, anche estese, e sostituzione del tessuto epiteliale, muscolare o nervoso originario, con fibre connettivali.
Facciamo degli esempi: a livello meccanico i legamenti crociati ed i menischi si induriscono, perdendo mobilità (perdita di funzionalità del ginocchio); negli organi, lo sviluppo di una cicatrice al loro interno, ne compromette la funzionalità (ad esempio la fibrosi epatica può poi diventare cirrosi).

Va chiarita una cosa molto importante: le modifiche si verificano nella cronicità anche con incrementi lievi ma continui di citochine (maggiori anche solo di 2/3 volte). Chiaramente le modifiche non avvengono subito ma nel tempo e quando appaiono i sintomi, l’infiammazione è già in corso da molto tempo.
La flogosi cronica, infatti, provoca un eccessivo rilascio di radicali liberi (ROS) con conseguente stress ossidativo, frammentazione delle catene di glucosamminoglicani, secrezione di MMP e proteasi. L’effetto generale è una distruzione della MEC con conseguente crescita indiscriminata di batteri e tumori oltre che di fibrosi per eccesso di infiammazione.

Vediamo adesso, nello specifico, l’effetto dei mastociti sul tessuto connettivo in una situazione cronica. In primis, tramite il rilascio di MMP, degradano il tessuto connettivo e attivano i segnali infiammatori. Li troviamo elevati nell’obesità, nelle patologie peridontali, nelle fibrosi e nei tumori. Con l’attivazione dei mastociti la fascia viene “mangiata”, diventando fragile e permeabile. Le aree “bucate” vengono riempite da fibre collagene e il tessuto connettivo interno diventa duro e fibrotico, alterando il funzionamento organico. Inoltre, il rilascio di istamina nell’ambiente favorisce la trasformazione dei fibroblasti in miofibroblasti.

Due parole vanno dedicate anche ai macrofagi: di recente si è scoperto che queste cellule immunitarie sono meccanosensibili, cioè, se la fascia è in normotensione, si trasformano in M2 (forma allungata con actina più dispersa alla periferia. Questo, lo ricordiamo, è il fenotipo antinfiammatorio). Di contro, se la fascia è in tensione, si trasformano in M1 (forma tonda con accumulo di F-actina intorno al nucleo. Questo è il fenotipo proinfiammatorio). Quando la morfologia dei macrofagi è stata forzata in allungamento, i macrofagi si trasformano in M2.

In ultima analisi, vediamo gli effetti dei neutrofili nella fascia in una situazione di infiammazione cronica. Per prima cosa, si ha una riduzione del pH presente nei tessuti. Se questo scende a 6,6, si ha una riduzione di glucosamminoglicani (con conseguente perdita di acqua tissutale) e l’attivazione dell’Epitelial Mesenchymal Transition (EMT), che trasforma le cellule epiteliali in fibroblasti (transizione da endotelio o epitelio a mesenchima). Questa trasformazione non è rara. Spesso infatti troviamo cellule, provenienti da foglietti embrionali differenti che si trasformano in altre cellule. Sia in fisiologia (riparazione tissutale) che in patologia (fibrosi e tumori) vediamo che molte cellule possono diventare fibroblasti. Il fenomeno EMT è indotto anche dall’iperglicemia, dagli interventi chirurgici, da citochine e fattori infiammatori come l’NF-κB e il TGF-β. Lo troviamo anche durante gli infarti del miocardio.

Tratteremo di questi argomenti, in modo approfondito, nei nostri corsi PNEI ed Osteopatia, specifico per osteopati, e La PNEI e il Sistema Miofasciale, diretto a tutti coloro che praticano terapie corporee, e, in questo modo, sarà molto più semplice comprendere come trattare pazienti con patologie complesse e stati infiammatori cronici.

(Fonte immagine: Barsotti et al. (2021), Impact of stress, immunity, and signals from endocrine and nervous system on fascia, Front Biosci (Elite Ed), 13:1-36.)

Bibliografia

  • Barsotti et al. (2021), Impact of stress, immunity, and signals from endocrine and nervous system on fascia, Front Biosci (Elite Ed), 13:1-36.
  • Berg et al. (2011), Metalloproteinases in metabolic syndrome, Clin Chim Acta, 412(2011):1731–9.
  • Chiera et al. (2017), La PNEI ed il sistema miofasciale: la struttura che connette, Milano, Edra.
  • Kim et al. (2019), Unraveling the Mechanobiology of the Immune System, Adv Healthcare Mater, 1-17.
  • Kovacic et al. (2012), Epithelial-to-mesenchymal and endothelial-to-mesenchymal transition, Circulation, 125(14):1795-808.